Agrigento, esterno notte: immaginate un posto magico, una musica scarna, un uomo (o donna) su un banco di legno con un libro in mano e, davanti ai suoi occhi, gente in attesa, seduta comodamente davanti a un tavolo. L'uomo (o donna) si schiarisce la gola e inizia a leggere. L'amplificazione, discreta, diffonde la voce e si scopre che i protagonisti delle storie raccontate in quelle pagine sono i cibi. Ora la fantasia ne individua gli odori, la bocca ne ricostruisce gli aromi. Sul tavolo c'è un bicchiere di cristallo e dentro un vino profumato che puoi sorseggiare mentre ascolti. E così ti perdi nella magia della notte.
Questa l'immagine che mi ha convinto a dare vita a un progetto pensato tanto tempo fa. Nasce così Il Profumo della Pagina Scritta, dall'unione cioé di vino e letteratura che racconta di cibi e di uomini che ne sono in qualche modo rapiti, e dall'immagine descritta che nella mia mente si è sempre più definita.
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