19 luglio 2008 - Giardino della Kolymbetra
Un boccale di nero vino.
Gli artisti hanno provato, senza risparmiarsi. Ogni tassello è al posto giusto, ma la tensione c'è, e si percepisce. Antonio Campobasso è nervoso. Avrà letto mille volte i brani che interpreterà eppure è teso e ansioso.
Anche i musicisti sono tesi, per non parlare di Massimo, l'ideatore-organizzatore-conduttore. Giusto così.
Arriva un sacco di gente. Le prenotazioni invece parlavano di basse adesioni. L'afflusso inaspettato crea un po' di confusione, soprattutto nella zona degustazione, uno spazio tra gli aranci, prima del corridoio in terra battuta che porta all'olivo saraceno, quinta naturale di questo palcoscenico naturale.
Peppe Lo pilato e Valeria Sessa, del FAI, fanno i saluti di routine. Tutti sono ormai seduti, al collo potano una sacca, dentro la sacca c'è un bel bicchiere da degustazione. Gli amici del Tamburino si danno da fare per versare il vino che accompagnerà la letura del Libro IX dell'Odissea. Nero d'Avola ovviamente.
Anna Maria van der Poel, col suo flauto, si è trovata un sedile naturale "dentro" il grande olivo ultracentenario. Sergio Calì, con tanto di tamburi e oggetti percuotibili di vario tipo, è alle spalle del palco.
E' ora di andare in scena.
Tra poco si va in scena
Nessun commento:
Posta un commento